Torino, 18-21 Gennaio 2018 – Pochi giorni sono trascorsi dalla conclusione, nella Casa Madre dei Salesiani a Valdocco, di un evento capace di riunire centinaia di persone da tutto il mondo. Un clima festoso e di famiglia è quello che si è potuto cogliere fin dai primi momenti di questo evento, che ha radunato sotto lo spirito di Don Bosco, i rappresentanti dei gruppi della Famiglia Salesiana.
Per la prima volta 22 gruppi, provenienti dai cinque continenti si sono ritrovati insieme al Rettor maggiore, don Àngel Fernàndez Artime, decimo successore di Don Bosco, per vivere quattro giornate di fraternità, preghiera, confronto, condivisione, serio impegno per crescere ancora nel servizio ai giovani di tutto il mondo e per riflettere sull’arte di ascoltare e accompagnare i giovani, con l’essenza del carisma salesiano, il metodo preventivo L’apertura delle Giornate di Spiritualità è stata affidata alle parole del Rettor Maggiore che ha lasciato il messaggio della strenna 2018 in quello stesso luogo, dove tanti anni prima Don Bosco donò il suo primo messaggio ai suoi figli spirituali, messaggio che poi nel tempo ha assunto il nome di “strenna”.
Questo il tema: “Signore dammi di quest’acqua. Coltiviamo l’arte di ascoltare e accompagnare”.
Le giornate sono state strutturate tra conferenze, preghiere, incontri collettivi, lavori di gruppo, interventi di testimonianza, per approfondire l’importanza che ha, per tutta la nostra Famiglia Salesiana e per la sua missione nel mondo, coltivare l’arte preziosa dell’ascolto e dell’accompagnamento, nel cammino della crescita personale cristiana e vocazionale.
Tanti i volontari coinvolti nell’organizzazione dell’evento che con passione e gioia hanno preparato i vari momenti per rendere l’incontro un autentico momento di spiritualità e di crescita. Subito è apparso come la Famiglia Salesiana sia chiamata a vivere, il messaggio del Rettor Maggiore, cioè come l’ascolto reciproco tra i diversi gruppi sia il segreto per vivere il clima di famiglia e la fedeltà alla missione di Don Bosco.
“Il tempo è favorevole” dice il Rettor Maggiore, “i giovani hanno bisogno e sentono la necessità di amare Dio. Doniamo loro l’acqua viva, quell’acqua che solo Gesù può dare” I momenti conviviali, i pasti fraterni consumati insieme e le preghiere comuni hanno permesso di Iniziare quel cammino di conoscenza reciproca tra gli esponenti dei vari gruppi; tra persone che si ritrovavano dopo aver vissuto esperienze comuni; Valdocco è stata riempita di quell’aria di festa dell’originario oratorio.
E in questo scenario di fraternità mi sono ritrovata anch’io a condividere, con altri fratelli salesiani, mai visti prima, questo ambiente di vera ed unica famiglia, a vivere un’esperienza arricchente e viva di emozioni e a rappresentare la nostra casa di L’Aquila.
Sì, io ero lì per testimoniare che L’Aquila c’è, tra mille difficoltà, ma c’è, con lo stesso entusiasmo di sempre.
Io ero lì anche per me, per risvegliare le mie vecchie esperienze vissute e trasformarle in gioia vera e ottimismo.
E Don Bosco era lì con me, con tutti noi, per farci capire che nell’accompagnare i giovani, gli altri nella loro scelta di vita e di vocazione dobbiamo essere punti di riferimento significativi e credibili.